C’è chi ha coniato proprio un termine per indicare una patologia, quella del “Gaming Disorder“, inerenti tutti gli individui assuefatti dai videogiochi (sia online che offline).
Assuefazione tale da compromettere significativamente la vita sotto ogni aspetto sia esso sociale, lavorativo od affettivo.
I soggetti affetti da tale patologia (anche se c’è chi è contrario a considerarla una malattia) restano perciò incollati allo schermo che sia TV, PC, Smartphone non curandosi di tutto ciò che li circonda, con effetti negativi non solo sulla salute psicologica, ma anche su quella fisica, visto che tutto il resto viene trascurato (cibo, riposo, igiene, affetti, amicizie).
L’OMS ha inserito questa patologia nei “Disturbi mentali, comportamentali e dello sviluppo neurologico” proprio della nuova Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-11).
In questa categoria di dipendenza è incluso ovviamente anche il gioco d’azzardo.
In realtà già dagli anni ’80 giochi come “Campo minato” o “Solitario”, per non parlare di “Snake” negli anni 90 iniziavano a costituire un problema per molte aziende, i cui lavoratori passavano gran parte del tempo a giocarvi.
Ma quali sono le conseguenze? Riduzione/assenza di hobby, cattiva igiene, calo delle prestazioni lavorative/studio, aumento dell’aggressività, aumento dello stress, calo della memoria verbale, aumento della solitudine ed aumento di peso.
Griffiths (Griffiths, 2005) spiega le 6 componenti che costituiscono il processo che porta alla dipendenza:

1) la persona è totalmente coinvolta dal gioco
2) il gioco è un modo per fuggire dalla realtà e permette di provare emozioni piacevoli
3) la persona ha bisogno di prolungare il tempo passato a giocare per sentire gli effetti positivi su di sé (emozioni piacevoli)
4) la persona si sente ansiosa ed irritabile se non può giocare
5) emerge un significativo ritiro sociale
6) nonostante la persona capisca la gravità della sua situazione e smetta per un po’ di giocare, non riesce mai ad interrompere completamente

Va inoltre aggiunto che chi soffre di dipendenza da giochi online preferisce passare il suo tempo con gli amici conosciuti in rete e crede che queste relazioni siano molto più vere rispetto a quelle della vita reale.
In linea teorica sono i giochi di ruolo quelli che porterebbero a maggiori problemi.
E’ importante sottolineare comunque che questa patologia colpisce solamente una piccola % di giocatori, che ricordiamo essere oltre 2 miliardi e che il videogioco in sé non debba per questo essere vietato o demonizzato.
Fondamentali, come in tutte le cose, sono le mezze misure.

Per approfondire: Tutto quello che c’è da sapere sul caso “Internet Gaming Disorder”


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