stakkastakka #48 – CyberSyn

POSTCAST

Puntata completa

Posta del ♥ dell’Internet

Cogliendo il suggerimento della redazione informativa abbiamo fatto qualche accenno alla web-tax e critica alle varie proposte di regolamentazione delle big-tech.

CyberSyn

Approfondimento CyberSyn

Preambolo

L’undici Settembre del 1973 a Santiago il palazzo de La Moneda viene bombardato dall’aviazione cilena, nel mentre il presidente Salvador Allende rimane asserragliato nel primo piano del palazzo, da cui manda via radio il suo ultimo discorso alla Nazione, interrotto solo dai bombardieri e successivamente, dai militari guidati da Pinochet che segneranno la fine del cosiddetto “esperimento Cileno”, del primo governo socialista e di chiara ispirazione Marxista formatosi vincendo le elezioni, senza passare per la lotta armata.

Nel primo piano del palazzo, vicino l’ufficio presidenziale i militari entrano in una stanza dalla forma esagonale, a ridosso dell’entrata si trova un cucinino, nelle altre cinque pareti sono presenti schermi di varia natura, al centro sono disposte circolarmente sette sedie in vetroresina, ognuna con una pulsantiera al fianco, che rimandano alla scenografia di Star Trek. Nella parete centrale è presente un vero e proprio monitor di un mainframe, un IBM 360/50, che fa susseguire una sfilza indecifrabile di numeri, mentre ai lati sono presenti vari schermi che presentano funzioni, grafici a flusso in evoluzioni. I militari pensarono di essere improvvisamente proiettati sul set di un film di fantascienza, e senza sapere come comportarsi, iniziano a punzecchiare i monitor con le baionette dei fucili, senza avere chiare di cosa si trattasse.

Questo segna la fine di Cybersyn, rinominato dal Guardian l’Internet socialista di Allende, in particolare la visione di una rete che avrebbe permesso di coordinare gli sforzi delle varie Cooperative, di orchestrare la produzione delle singole fabbriche senza avere un apparato burocratico verticale in stile sovietico e di soddisfarne la produzione senza un mercato interno in senso capitalista. E di Cybersyn andremo a parlare…

Introduzione

Il progetto, chiamato Cybersyn in inglese e Proyecto Synco in Spagnolo, era un ambizioso, molto ambizioso, tentativo di mettere in connessione l’economia cilena. Descritto dal Guardian come l’Internet socialista di Allende, non senza una ragione, era sicuramente avanti anni luce nel proprio periodo sia per la difficoltà tecnica, sia per l’acume critico posto nella progettazione, infatti come vedremo ogni dettaglio, dal design della stanza decisionale di cui parlavamo prima ecc. Aveva un preciso significato politico e filosofico. Anche in casi più a noi contigui, come le varie sventure di Internyet, nello sviluppo di una qualsiasi tecnologia raramente ne viene considerato il contenuto tecnopolitico e le implicazioni sociali, se non in senso utilitaristico dalla classe dominante.

Rimasto fuori dalle grandi narrative per decenni, al 40esimo anniversario del colpo organizzato da Pinochet ci fu un ritorno di interesse verso il progetto da parte dei media mainstream con il New Yorker, grazie anche alla pubblicazione del libro “Cybernetic Revolutionaries” della storica Eden Medina. Il progetto è interessante sia perché ricalca il progetto contemporaneo degli Stati Uniti: ARPANET, sia perché è affascinante vedere come sarebbe potuta nascere un infrastuttura informatica nel “Global South”. L’argomento ha avuto un revival successivo quando è stato ripreso da Srnicek e Williams in “Pretendi il futuro” come esempio di avanguardia tecnica utilizzata da una forza rivoluzionaria.

La cosa interessante quindi è considerare Cybersyn come strumento politico, con lo scopo specifico di aiutare a pianificare un’economia decentralizzata. Considerando quindi anche i vincoli della Guerra Fredda, la nostra storia si svolge tra il Luglio 71 e il Settembre 73, con il governo Allende messo sotto pressione sia dall’interno che dall’esterno, cerchiamo di capire se Cybersyn possa veramente rappresentare quella terza via tra libero mercato e pianificazione centralizzata (URSS)

La Cibernetica come teoria del Controllo

Intro sulla situazione cilena

In 1970, the newly elected Popular Unity coalition government of Salvador Allende found itself the coordinator of a messy jumble of factories, mines and other workplaces that in some places had long been state-run, in others were being freshly nationalized, while some were under worker occupation, and others still remained under the control of their managers or owners. The previous centrist administration of Christian Democrat Eduardo Frei had already partially nationalized the copper mines, the producer of the country’s largest export. Frei’s government had also developed a massive public house-building program and significantly expanded public education, all with substantial assistance from the United States. Washington was fretful that if it did not pay for social reforms, it would witness social revolution within the hemisphere that it viewed as its own. Thus, substantial sections of Chile’s relatively small economy were already in the public sector when the socialists took over, stretching the bureaucracy’s management capability to its limit. A more efficient strategy of coordination was required.

Intro su Cybersyn

Il 29enne Ferdinando Flores, capo della CORFO (Chilean Production Development Corporation), responsabile della gestione e coordinamento tra stato Cileno e le compagnie statalizzate, rimase affascinato dagli scritti di Stafford beer, studioso del neonato campo della cibernetica e consulente di ricerca operativa per varie corporazioni, campo della matematica che aveva interessato anche lo stesso Flores.

È interessante notare, e forse dopo ci fermeremo un attimino in più, come in particolare ai tempi della WWII divenne centrale una formulazione matematica di vari problemi riguardanti l’allocazione ottimale delle risorse, avendo ovviamente dei vincoli. Della cosidetta programmazione Lineare furono due i “fondatori”: l’olandese-americano T. C. Koopmans e il sovietico Leonid Kantorovich, successimante in URSS la programmazione lineare divenne centrale nei piani quinquennali ed in generale nella pianificazione centralizzata. È interessante notare come questi metodi siano poi centrali nella distrbuzione logistica delle grandi corporazioni della vendita al dettaglio, oltre a tante altre similitudini interessanti tra multinazionali ed URSS sono raccolte nel libro “The People’s Republic of Walmart”, che fondamentalmente sostiene che corporazioni come Amazon e Walmart non siano altro che delle economie centralizzatre di scala che sono riuscite nell’obiettivo dell’Unione Sovietica, con tutti le controindicazioni che conosciamo, ma forse avremo modo di approfondirlo successivamente.

Nell’intervista di Medina a Flores questo riporta come fosse catturato dalla coerenza filosofica dei sue scritti sul “management cybernetics” potesse essere ben reciclata nella visione del socialismo democratico antiburocratico di Allende, permettendo ai lavoratori di partecipare alla gestione della produzione…

Il termine “cibernetica”, specialmente affiancato da “management”, a noi oggi ci suona ridicolo, riporta a quelle buzzwords commerciali (anche se è stato ampiamente surclassato da quantum) e mantiene un’aura che ci riporta ad i nostri meravigliosi tecno-utopismi ingenui, o anzi a delle distopie di serie B che si preferisca. Ma in fondo il campo della “cibernetica” nei primi anni ’50 studiava come diversi sistemi- biologici, meccanici, sociali – gestivano dinamicamente le comunicazioni, decisione e azione. Il primo libro di Beer, CYbernetics and Management, uscito nel 1959, non faceva nemmeno riferimento ai computer, anzi approfondiva in maniera maniacale il funzionamento del sistema nervoso perifico tra varie specie biologiche, non dobbiamo quindi pensare ad una specie di scienza della gestione algoritmica, o a una teoria del taylorismo digitale.

Il campo della cibernetica iniziò a vedere la luce a cavallo della WWII, quando Norbert Wiener iniziò a studiare sistemi antiaerei, in particolare un sistema di feedback che permettesse all’utente umano di aggiustare il tiro in modo automatico. Fu rivelatoria l’utilità di progettare macchine con sistemi di controllo lineare, “se faccio questo otterò quest’altro”.

Riportiamo un pezzo su Wiener: As Richard Barbrook recounts in his 2007 history of the dawn of the computer age, Imaginary Futures, despite the military engineering origins of the field, Wiener would go on to be radicalized by the Cold War and the arms race, not only declaring that scientists had a responsibility to refuse to participate in military research, but asserting the need for a socialist interpretation of cybernetics. “Large corporations depended upon a specialist caste of bureaucrats to run their organisations,” Barbrook notes. “They ran the managerial ‘Panopticon’ which ensured that employees obeyed the orders imposed from above. They supervised the financing, manufacture, marketing and distribution of the corporation’s products.” Wiener, and later Beer, on the other hand, conceived of cybernetics as a mechanism of domination avoidance: a major challenge that the managers of any sufficiently complex system face, according to Beer, is that such systems are “indescribable in detail.”

Dal canto suo Beer non credeva nella definzione comune di controllo come dominio, visto come oppressivo e autoritario, anzi è anche fin troppo ingenuo considerare ogni meccanismo sociale, biologico, econimico ecc. come un sistema di feedback lineare, dove l’agente controllato è semplicemente posto sotto stretta coercizione. Invece i suoi modelli spostavano lo sgiardo dal controllo del mondo esterno a cercare di identificare le condizioni di equilibrio tra i sottosistemi e di avere dei meccanismi di feedback che ne aiutassero a raggiungere la stabilità. Per lui un sistema può essere identificato da due dipoli (Deterministico/Probabilistico) e (Semplice/Complesso). Un sistema di comunicazione interno può quindi facilitare l’auto-organizzazione delle componenti di un sistema, in particolare un sistema di comunicazione ridondante, orizzontale e multi-nodo (decentralizzato)…

Allende era attratto dall’idea di una direzione razionale dell’industria, e sotto la raccomandazione di Flores, Beer venne assunto come consigliere. Il suo lavoro sarebbe stato implementare una rete di comunicazione in tempo reale, connessa da fabbrica a fabbrica, fino alla CORFO (simile al MISE), in grado di comunicare sia verticalmente che orizzontalmente e eprmettendo quindi di avere una risposta veloce dai vari nodi del sistema in tempi brevi. I dati raccolti sarebbero poi stati analizzati da un mainframe che avrebbe prodotto delle proiezioni statistiche sul possibile comportamento economico (es materie prime necessarie, qta prodotte ec.) In aggiunta il sistema avrebbe implementato una simulazione informatica dell’intera economia cilena, sistema soprannominato CHECO. Sfortunamente alla prima visita a Santiago, Beer dovette confrontarsi con la dura realtà: il Cile possedeva solo quattro mainframe IBM 360/50 acquistati nel ’65, durante la presidenza di Montalva, di proprietà National Computer Corporation (ECOM), che ovviamente erano già usati da altri dipartimenti. A Beer venne affidato un computer, che insomma su quattro non è così male, e il suo primo compito fu di ingegnarsi per costruire una rete informatica, disseminata per tutto il Cile, composta da un solo computer!

Ma ovviamente ciò che conta è costruire una rete, non le singole macchine presenti ai nodi. Come soluzione, Beer decise di usare le telescriventi, o telex, come possiamo fondalmente vedere come delle macchine da scrivere collegate alla rete telefonica. Beer pensò che come prototipo sarebbe bastato collegare questi figliocci del telegrafo, al tempo in Cile più diffusi dei telefoni, al mainframe IBM lasciato a Santiago, che avrebbe continuato a fare da cervellone. L’idea di Beer era creare un sistema di feedback che collegasse i quadri di fabbrica e la CORFO: un gestore avrebbe mandato le informazioni sullo stato della produzione attraverso le telex alla National Computer Corporation. Lì un operatore avrebbe riportato questi dati in delle schede performate che inserite nel mainframe, che confrontando l’andamento con gli storici a dispodizioni, avrebbe cercato delle anomalie attraverso un software statistico. Se fossero trovate delle anomalie queste sarebbero state notificato indietro alla fabbrica e alla CORFO. Quest’ultima avrebbe aspettato del tempo per intervenire, dando quindi del margine di autonomia all’azienda, mettendo quindi anche il governo in condizione il governo di adattarsi alle varie difficoltà e necessità a mano che affioravano. In questo sistema di feedback circolare Beer vedeva sia un’alternativa più morbida alla burocrazia sovietica, sia un disincentivo a falsificare le effettive figure produttive come avveniva continuamente in URSS.

Vediamo come questo sistema non sia esente da critiche: innanzitutto bisogna considerare che il deficit strutturale portava comunque delle relazioni di potere implicite: il fatto che esistesse una singola unità di calcolo renedeva la rete dipendente dalla National Computer Corporation (ECOM) e dalla CORFO. Oltretutto essendo solitamente la telex ad uso di una singola figura dirigenziale nella fabbrica, questa non solo non avrebbe dato alcun beneficio al singolo lavoratore, ma anzi avrebbe reso ancora netta la condizione di alienazione della forza lavoro, rendendola succube oltre che dei quadri dirigenziali anche delle direttive del ministero. Questa visione va ridimensionata, dato che una parte della linfa del movimento nato in Cile nella coalizione di Unità Popolare di Allende era composto da movimenti sindacali e cooperative autogestite. Oltretutto bisogna considerare come la rete per funzionare chiedesse un’enorme quantità di lavoro umano, e a ben leggere non rassomigliava ad una specie di “piena automazione”, anzi per l’appunto i dati che venivano macinati dal software andavano prima inseriti in delle schede perforate, poi oltre il monitor del mainframe la “decision room” era ricca di grafici che si susseguivano, costituiti da cartonati pre-disegnati che rassomigliavano dei flow chart ecc. Insomma era comunque il 71, la NASA usava ancora “calcolatori umani” almeno fino al ’69

Lo stesso Allende, gli va riconosciuto, appena divenne familiare con il funzionamento di Cybersyn, spinse Beer ad espandere le sue potenzialità “decentralizzanti, partecipative ed anti-burocratiche”. Il desiderio di Allende per Projecto Synco che non fosse un’imitazione tecnocratica della pianificazione economica simili-sovietica, ma anzi uno strumento emancipatorio in mano ai lavoratori fino alla catena di montaggio per prendere parte ai processi decisionali. Il suo entusiasmo impressionò Beer che lo estese oltre le aziende nazionalizzate.

Per spendere ancora due parole sulla situazione cilena, ancor prima della elezione della coalizione di Unità Popolare, gli USA spesero milioni nella propaganda contro la sinitra ed in support dei Democristiani. A seguito della nazionalizzazione dell’industria del rame, supportata anche dai Democristiani, gli USA non vedendo un indennizzo tagliarono le linee di credito, le multinazionali a cui apparteveano le miniere cercano di bloccarne l’export. I padroni delle fabbriche e delle terre si rivolsero ai tribunali cercando di bloccare le riforme, la destra chiese apertamente ai militari di prendere il controllo, opzione poi supportata dalla CIA. Mentre un sostanziale aumento dei salari riuscì a diminuire la disoccupazione e portò una crescita del reddito nazionale del 8%, questo embargo de facto mise in difficoltà l’economia cilena e limitò la disponibilità di beni di consumo. La condizione politica andò a radicalizzarsi, e questo portò delle notevoli difficoltà al gruppo di Beer. I pochi ricercatori esperti in ricerca operativa dovettero studiare le peculiarità di ogni singola azienda per comprendere quali indicatori il software avrebbe dovuto traciare e quali no. Nonostante ciò il modello di CHECO iniziò anche a tenere in considerazione fattori macroeconomici per dettare la simulazione dell’economia cilena, come gli investimenti e l’inflazione. Il team ad un certo punto si reso conto anche della difficoltà nell’ottenere uno storico affidabile di informazioni, i dati nell’industria mineraria tenevano traccia solo degli ultimi due anni, nell’agricoltura erano pressoché inesistenti, in molte industrie gli ingegneri erano resti a collaborare, vista anche una fedeltà politica all’ancien régime. Alla fine CHECO per simulare l’economia cilena sfruttava solo i dati sull’inflazione, lo scambio di valuta estera e il reddito nazionale, oltre ad alcuni modelli semplifcati specifici di alcuni settori.

Nel libro di Medina viene sottolineata più volte la propensione di molti ingegneri a continuare a rispondere alla precedente gerarchia nella fabbrica, anche se questa era stata nazionalizzata, ad esempio riferendo le informazioni prima alla direzione, poi a manager o quadri di medio livello, e successivamente ai responsabili della produzione. Questo ovviamente è stato un enorme ostacolo all’obiettivo, espresso sia da Beer che da Allende, di rendere il sistema quanto possibile partecipativo, decentralizzato e anti-burocratico, il ruolo dei lavoratori nel processo decisionale diventava ovviamente trascurabile. Oltretutto dal libro di Medina notiamo che proprio da una fascia di lavoratori altamente specializzati, appunto ingegneri e direttori della produzione, venne un’enorme resistenza durante il processo di modellazione delle fabbriche, ma di crumiraggio in generale, quando era necessario per la CORFO conoscere a quali metriche affidarsi, questo andava anche di passo con il fatto che Beer fosse concentrato sulla ricerca operativa, materia assente dai corsi universitari in Cile per cui quindi la formazione già scarseggiava.

Queste difficoltà comunque non impedirono a Cybersyn di dimostrare il suo potenziale, permettendo, anche nella sua forma embrionale,a gruppi di lavoratori e cooperativi di auto-organizzare la produzione e distribuzione durante lo sciopero dei camionisiti del 15 Ottobre 1972, rilanciato dai settori conservatori dell’industria e fiancheggiato dalla CIA, che avrebbe altrimenti messo in ginocchio l’economia cilena e quindi il governo.

Lo sciopero del 72 e il ruolo di Cybersyn

Durante lo scioepro Cybersyn riuscì appunto a dimostrare il suo potenziale. La rete permetteva al governo di sapere dovere la scarsità di un bene si accentuava, dove si trovassero gli autotrasportari che non partecipavano al boicottaggio, e in questo modo redigere la distribuzione per venire in contro alle necessità. L’approccio non era verticale, dettato dai ministri seduti a La Moneda, ma anzi i settori delle aziende nazionalizzate e delle cooperative si organizzarono nei “cordónes industriales”, in modo da poter coordinare mutualmente lo scambio di materie prime e carburante.

Breve nota sui cordones: The autonomous operation of these cordónes mirrored forms of spontaneous worker and community self-direction that appear to pop up regularly during times of revolutionary upheaval, or otherwise at times of crisis or natural disaster, whether we call them “councils,” “comités d’entreprises” (France), “soviets” (Russia), “szovjeteket” (Hungary) or “shorai” (Iran). Liberal commentator Rebecca Solnit describes in her social history of the extraordinary communities that emerge at such extreme moments, A Paradise Built in Hell, how, far from the chaotic, Hobbesian war of all against all of elite imagination, it is calm, determined organization that on the whole prevails. She repeatedly discovered how remarks by those attempting to survive through earthquakes, great fires, epidemics, floods and even terrorist attacks that despite the horrors experienced, reflect how truly alive, full of common purpose and even joyful they felt. It is no wonder that a rich, long-lived stream of libertarian socialist thought, running through the writings of the likes of Rosa Luxemburg, Anton Pannekoek, and Paul Mattick emphasizes such organization, such “councils,” as the foundation of the free society they wish to build. The great challenge is the scaling-up of such democratic, market-less organization. This is the distilled version of the economic calculation debate: relatively flat hierarchies seem perfectly capable of democratically coordinating production and distribution for a limited number of goods and services, for a small number of people and over a limited geography. But how could the myriad products needed by a modern, national (or even global) economy—with its complex web of crisscrossing supply chains, thousands of enterprises and millions of inhabitants (billions, if we consider the global case)—be produced without vast, metastasizing and inefficient bureaucracies? How are the interests of the local production node integrated harmoniously with the interests of society as a whole? What may be in the interest of a local enterprise may not be in the interest of the country. What happened in Chile in October of 1972 may not be the definitive answer to these questions, but it hints at some possibilities.

Il 15 Ottobre, Flores si convise che avrebbero dovuto sfruttare ciò che avevano imparato dallo sciopero per definire la struttura definitiva di Cybersyn. Il comando centrale restava inserito nel palazzo presidenziale, connesso attraverso le telex a numerosi centri operativi specializzati nei diversi settori. Il governo avrebbe ricevuto ogni minuto un aggiornamento dalle varie zone del paese, rispondendo alle richieste e mandando ordini. La rete non doveva rimanere centralizzata, ma anzi permettere la connessione tra i partecipanti, quando quindi un’azienda avrebbe avuto bisogno di materiale o carburante la risposta sarebbe stata girata a chi nelle vicinanze ne aveva a disposizione. Senza eliminare quindi la gerachia verticale, la rete avrebbe connesso il governo con le organizzazioni orizzontali presenti nel paese.

Medina scrive: “The network offered a communications infrastructure to link the revolution from above, led by Allende, to the revolution from below, led by Chilean workers and members of grassroots organizations, and helped coordinate the activities of both in a time of crisis.” She argues that Cybersyn simply faded into the background, “as infrastructure often does.”Il sistema non avrebbe quindi ordinato ai lavoratori cosa fare, ma avrebbe permesso alle singole realtà radicali di gestire i propri bisogni.

La strategia di Flores ad ogni modo funzionò, le riserve di cibo si mantennero a circa il 70% del normale, la distribuzione di materie prime continuò normalmente fino al 95% del normale e di carburante al 90% per le attività necessarie. I report erano basati su dati raccolti nei tre giorni precedenti, 15-17 Ottobre, mentre secondo Madina i report precedenti del CORFO richiedevano 6 mesi per essere elaborati. Per la fine del mese lo sciopero era quasi concluso, senza essero riuscito a bloccare l’economia cilena. In un intervista Beer riporta che un ministro gli riferì che senza Cybersyn l’economia cilena sarebbe collassata il 17 Ottobre.

L’epilogo della carriera di Beer

The result inspired Beer to envision still-wider applications of cybernetics to support worker participation. This former international business consultant had moved in an almost anarcho-syndicalist direction (anarcho-syndicalism is the political philosophy arguing for a government-less society coordinated directly by workers through their trade unions): “The basic answer of cybernetics to the question of how the system should be organised is that it ought to organise itself.” Science and technology could be tools used by workers to help democratically coordinate society, from the bottom up, leaping over the centralization/decentralization dichotomy. Instead of having engineers and operations researchers craft the models of factories, programmers would be under the direction of workers, embedding their deep knowledge of production processes into the software. Instead of the Soviet model of sending large quantities of data to a central command point, the network would distribute, vertically and horizontally, only that amount of information that was needed for decision making. For Beer, Medina writes, Cybersyn offered “a new form of decentralised, adaptive control that respected individual freedom without sacrificing the collective good.”

_TO * hacklab


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